08/02/15
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Nasa, confermata la presenza di ghiaccio sulla Luna
La stima del ghiaccio è di almeno 600 milioni di tonnellate
ROMA

«La presenza umana sostenibile sulla Luna è possibile», data l’ingente
presenza di ghiaccio rilevata nelle regioni polari del nostro
satellite: la Nasa non ha dubbi, dopo aver confermato ha confermato i
risultati della sua missione LCross e i dati ricavati dall’esperimento
Mini-Sar, a bordo della sonda indiana Chandrayaan-1.



Secondo il sito della Bbc, la stima del ghiaccio
presente nei 40 crateri presi in esame - in ombra, cioè non investiti
direttamente dalla radiazione solare - è di circa 600 milioni di
tonnellate, ovvero - se tradotti in termini di combustibile per
navicelle spaziali - sufficienti per lanciare uno space shuttle al
giorno per i prossimi 2.200 anni.



La presenza dell’acqua era stata rilevata spettrograficamente dalla
sonda Lcross (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite): la sonda
aveva a bordo un missile Centaur, lanciato contro il polo lunare -
ritenuto il luogo più probabile per la presenza di acqua - e il cui
impatto ha scavato un cratere profondo circa 4 metri e largo 20. Il
vero obiettivo dell’operazione era però l’analisi della nuvola di
detriti alzatasi dopo l’esplosione, all’interno della quale gli
scienziati hanno rilevato tracce di ghiaccio e vapore acqueo che
confermerebbero la presenza di acqua sotto lo strato superficiale di
polvere (regolite), formato da milioni di anni di impatti meteorici.



La presenza di acqua costituirebbe un fattore molto importante per lo
sviluppo di una base lunare permanente, iniziativa peraltro che la
crisi economica - e il conseguente ridimensionamento del budget della
Nasa pone decisamente fuori portata almeno per il prossimo decennio.



Il regolite contiene inoltre dell’ossigeno di facile separazione e in
misura minore dell’idrogeno, oltre al silicio utilizzabile per la
fabbricazione di pannelli solari. Inoltre, nel sottosuolo lunare si
trovano quantità ingenti di elio-3, isotopo radioattivo dell’elio molto
raro sulla Terra e utilizzato nelle ricerche per la fusione nucleare:
la stima è di circa un milione di tonnellate, contro un fabbisogno
congiunto di Stati Uniti ed Unione Europea di appena 25 tonnellate.



La prospettiva di costruire una base lunare era tuttavia stata
criticata da alcuni esperti, secondo i quali era considerata “una
strada senza uscita” che assorbirebbe numerose risorse finanziarie,
nonché una storia in fondo già vista (“Un Apollo dopato”, l’ha definita
qualcuno): meglio sarebbe cercare di raggiungere qualche asteroide
vicino, una missione che avrebbe il sapore della novità; altri
ribattono che la Luna, a soli tre giorni di viaggio, sarebbe invece la
meta più adeguata per la messa a punto delle procedure che verrebbero
poi utilizzate nel viaggio su Marte - anche questo rimandato tuttavia
al di là da venire.

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